Gente dei monti
I Kapsiki sono paleonegriti che vivono sui monti Mandara, nel nord Cameroun, in villaggi a “alveare” dove le capanne sono strettamente addossate le une alle altre. All’inizio degli anni sessanta, i fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni hanno realizzato diverse missioni per documentare la vita di questi montanari di cui si avevano scarse notizie.
Circondati dai campi di sorgo
I Kapsiki coltivano il sorgo (Surghum vulgare) e il mais, in piccoli appezzamenti ricavati faticosamente nelle pietraie che circondano i villaggi.
La morte
Un uomo è morto nel villaggio e le sue spoglie sono esposte su un traliccio di legno. Era un anziano depositario del sapere del gruppo. Il microcosmo del villaggio ha perso un suo membro importante e le esequie saranno solenni. Le foto e le riprese cinematografiche realizzate dai Castiglioni permettono di documentare uno sconvolgente rito funebre, di cui si avevano scarse notizie.
Lo scavo della fossa
Il fabbro del villaggio si prende cura anche dei morti. Scava una fossa con un bastone: un lavoro faticoso che si protrae per tutto il giorno. L’uomo scende nella buca ed estrae la terra, indurita dal calore, con un frammento di vasellame.
L’uomo scende nella buca ed estrae la terra, indurita dal calore, con un frammento di vasellame.
La preparazione
Mentre il fabbro-becchino scava la fossa, un suo assistente frantuma, in una macina di pietra, i rami di una particolare pianta abrasiva: serviranno per il rituale funebre.
L’oroscopo dei sassi
L’uomo della magia interpreta, dalla posizione dei sassi gettati a terra, l’esito del viaggio intrapreso dal defunto verso il mondo degli antenati.
Le danze funebri
Ogni decesso diminuisce l’entità del villaggio. Tutta la comunità partecipa alle solenni danze funebri che si protraggono per l’intera giornata.
L’uomo del rito
L’anziano custode dei rituali funebri, si prenderà cura della salma.
Conforme al rito
L’anziano, coadiuvato dagli assistenti, solleva il cadavere dal trespolo sul quale è stato esposto per alcuni giorni. Lo porterà in un angolo appartato del villaggio, dove la salma sarà preparata per l’inumazione.
Un rito sconvolgente
In conformità alle antiche consuetudini, l’uomo del rito con i suoi assistenti, inizia a togliere la pelle del morto, usando l’intruglio abrasivo preparato in precedenza. Viene così messo a nudo, sotto l’epiderme scura, il bianco del corpo. Ci siamo chiesti: perchè lo fanno? La risposta ci apparve chiara seguendo lo svolgimento del rito che teminò con la deposizione del cadavere in una tomba a pozzo, composto in posizione fetale. Un rito simbolico quindi: l’uomo nasce bianco dal ventre materno e torna di nuovo bianco nel grembo della Terra, la grande madre. Per molti gruppi etnici africani il morto non muore perchè torna a rivivere nelle generazioni future.
La vestizione
Si procede a vestire la salma seguendo, anche in questo caso, i dettami della consuetudine. Il defunto viene coperto con una tunica bianca, il colore della morte.
Gli ornamenti
Si continua ad adornare la salma: sopra la tunica bianca, viene cucita una veste blu, poi la testa è coperta con fasce colorate e abbellita con vaporose penne di struzzo.
L’esposizione
Prima di procedere all’inumazione la salma viene esposta seduta, alla devozione della comunità.
La danza finale
Adagiata sulle spalle di un uomo robusto, la salma prende parte, insieme agli abitanti del villaggio, all’ultima danza. Infine è portata dove è stata scavata la fossa e inumata in posizione fetale.
Presso il Museo Castiglioni è possibile scoprire straordinari reperti etnologici ed archeologici.
Tutte le immagini fotografiche, i disegni e i testi di questo articolo sono di proprietà esclusiva dei fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni. Qualsiasi riproduzione, anche se parziale, è vietata. Per ricevere autorizzazione all’utilizzo si prega di contattare il Museo Castiglioni.
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