I Sidamo: un popolo di agricoltori e allevatori

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I Sidamo (Sidama) popolazione di lingua cuscita, abitano una zona montuosa e fertile, un tempo ricca di foreste, situata nell’Etiopia meridionale, tra i laghi Abaya (lago Margherita) e Awassa.

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Le steli falliche
A sud dell’Etiopia esistono siti con steli falliche. Sono ancora un enigma che le recenti ricerche archeologiche cercano di decifrare. Quando li vedemmo per la prima volta, rimanemmo increduli nel trovare riuniti, in un’area ristretta, un gran numero di monoliti a forma fallica, alcuni ancora eretti, molti abbattuti dal tempo dagli agenti atmosferici.

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Consuetudini
Gli uomini vestono una tunica con un ampio telo di cotone attorno alle spalle e portano i capelli corti, mentre le donne sposate, riuniscono i capelli in numerose treccine, unite sul fondo e ricadenti sulle spalle. I capelli rasati attorno alla fronte indicano che le giovani sono ancora nubili.

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Le donne sposate riuniscono i capelli in numerose treccine, unite sul fondo e ricadenti sulle spalle. I capelli rasati attorno alla fronte indicano che le giovani sono ancora nubili.

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I capelli rasati attorno alla fronte indicano che le giovani sono ancora nubili.

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Popolo di allevatori e agricoltori
I Sidamo sono agricoltori e allevatori. Coltivano miglio, mais, caffè, ortaggi e tabacco, allevano capre, pecore, cavalli e bovini che scambiano, insieme ai prodotti agricoli, con le popolazioni limitrofe.

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Divisione dei compiti
Gli uomini si occupano degli animali, le donne dei lavori domestici, entrambi coltivano i campi. Si cibano di cereali e di ortaggi, più raramente dei prodotti di origine animale ad eccezione del burro che usano come cosmetico e durante i rituali religiosi e sociali. Uomini e donne mangiano separatamente.

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Le abitazioni
Sono ampie, con tetto conico di paglia. Nell’interno gli spazi sono suddivisi: c’è anche la stalla per ricoverare i vitelli durante la notte per difenderli dagli animali predatori. Il mobilio è limitato a sgabelli, rudimentali letti e scaffali.

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L’uomo della medicina
I Sidamo credono in un Essere Supremo che creò il cielo, la terra e la morte. Il sole e la luna sono i suoi occhi. Il mondo è popolato da spiriti temibili e invisibili, per placarli vengono offerti sacrifici di animali. Sono evocati durante sedute spiritiche per porre loro quesiti. Esiste inoltre una persona importante: è l’uomo della medicina che cura le malattie usando sostanze vegetali, animali e minerali.

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Ostentazione di dolore
Durante i rituali funebri che variano secondo l’importanza del defunto, la partecipazione alle esequie è corale. Le donne, in segno di lutto, manifestano il loro dolore graffiandosi a sangue il volto e piangendo. Il defunto viene sepolto avvolto in una coperta di cotone, dopo avergli chiuso ogni orifizio con il burro.

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Partecipazione corale
Armati di lancia e accompagnati dal suono dei tamburi, gli uomini partecipano numerosi alle esequie, manifestando il loro spirito guerriero.

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Durante le onoranze funebri
Un’anziana, con un’acconciatura di penne, esibisce una coperta appartenuta al defunto. Si uniscono a lei anche i vecchi: molti coprono il dorso con pelli di leopardo: segno di prestigio.

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Sacrifici
Le cerimonie funebri sono sempre seguite o accompagnate da sacrifici di animali: un omaggio solenne al defunto e cibo per i partecipanti alle esequie.

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Simbolo del defunto
Nel corso della commemorazione solenne di un defunto, viene eretta una pianta scorticata dove sono lasciati solo i rami della cima. Rappresenta il morto e , quando il tronco è dipinto di rosso, significa che il defunto, durante la sua vita, ha ucciso un nemico.

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In memoria dei defunti
I monumenti eretti sulle tombe talvolta ricordano momenti di vita del defunto. Nella prima immagine il cacciatore ha trafitto un leopardo con una freccia, nella seconda, il guerriero a cavallo armato di fucile ha ucciso un nemico.

 

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Dopo la mietitura
Preparazione dell’aia. Il terreno viene cosparso e lisciato con argilla e sterco animale. Serve ai contadini per lanciare in aria gli steli dei cereali, sfruttando il vento che elimina la pula. I chicchi, si depositeranno sul terreno lisciato, rendendo agevole il loro recupero.

 

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Il depositario della tradizione
I Sidamo conoscono cinque classi d’età intervallate ognuna da otto anni. Durante le nostre missioni abbiamo incontrato nei villaggi numerosi anziani depositari della tradizione e delle conoscenze. I loro consigli erano ascoltati e tenuti in grande considerazione.

 

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Il falso banano
L’“Ensete” (Ensete ventricosum) , è chiamato anche falso banano per la sua somiglianza coi banani. Il suo grosso fusto (pseudo fusto), è formato dalle grandi foglie che si riuniscono alla base. E’ diffusamente coltivato perchè assicura un’importante risorsa alimentare a molte popolazioni del sud Etiopia.

 

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La preparazione della farina
Lasciato fermentare il “cuore” dell’Ensete viene poi lavorato lungamente dalle donne. L’impasto fatto cuocere e poi setacciato fornisce una farina che si conserva a lungo ed è alla base di molti piatti tipici dell’Etiopia (kocho, bulla, amicho). Avvolta nelle foglie, la farina viene venduta anche nei mercati.

 

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Pesca nel lago Awasa
Il lago è ricco di pesci che vengono catturati normalmente con reti. Sono i bambini a districarli dalle maglie e aiutare i padri pescatori.

 

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Preparazione del pesce
Servendosi della bocca, i pescatori tolgono rapidamente, con questo insolito procedimento, la pelle e le squame dei pesci che venderanno al mercato.

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Gli uccelli del lago
Numerosi uccelli acquatici si contendono gli scarti. Pellicani, Aironi, Marabù (leptoptilos crumenifer) e i curiosi Uccelli Martello (scopus umbretta).

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Presso il Museo Castiglioni è possibile scoprire straordinari reperti etnologici ed archeologici.

Tutte le immagini fotografiche, i disegni e i testi di questo articolo sono di proprietà esclusiva dei fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni. Qualsiasi riproduzione, anche se parziale, è vietata. Per ricevere autorizzazione all’utilizzo si prega di contattare il Museo Castiglioni.

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