Le foto risalgono al 1969-70 quando i fratelli Afredo e Angelo Castiglioni raggiunsero il sultanato di Rey Bouba (Lamidat), situato a sud della città di Garoua, nel Nord Cameroun al confine con il Tchad.
L’ingresso al palazzo del Sultano
Il palazzo di Rey Bouba fu fatto costruire tra il 1805 il 1808 dal sultano Ndjidda Bouba (1798-1866 ), venuto dal Mali con i suoi guerrieri Peuls (conosciuti anche con il nome di Fulbè, Fulani) che si installarono lungo le rive del Mayo-Rey. La costruzione copre una superficie di cinque ettari e ed è circondata da un muro di sette metri di altezza
Rifornimento d’acqua
Dal palazzo uscivano ed entravano in continuazione donne che portavano otri d’acqua necessarie al fabbisogno del palazzo. Dietro le mura, che alla base raggiungono uno spessore di un metro e mezzo e sono lunghe circa 800 metri, c’erano, oltre al quartiere del sultano, quello degli artigiani, dei servitori, del personale amministrativo, nonché i magazzini di stoccaggio delle derrate alimentari.
Bagnare il terreno davanti al palazzo
All’alba, prima dell’inizio della festa di fine Ramadan, che sarebbe iniziata tra poche ore, alcune giovani donne sparsero con cura acqua sul terreno antistante la reggia per evitare che si sollevasse la polvere provocata dal calpestio di centinaia di persone e dagli zoccoli dei cavalli che sarebbero giunti in gran numero. Il nostro interprete ci disse che le giovani erano schiave: un’affermazione che non fummo in grado di verificare.
I grandi tamburi
I grandi tamburi dal suono cupo, rivestiti di pelli colorate, erano sostenuti sul capo da servitori, non potevano toccare il suolo e, dopo l’uso, venivano appesi ad apposite forcelle di legno. Al loro suono uomini e donne si riunivano nell’ampio cortile di fronte all’ingresso del palazzo, provenienti anche da villaggi lontani.
Omaggio al sultano
I sudditi affollarono l’ampio spazio davanti al palazzo per salutare e rendere omaggio al sultano Bouba Ahmadou (1945-1973) che, lasciate le stanze private interne, sedeva all’ombra della grande veranda, velato e vestito di bianco. Era onorato da tutti i presenti e dalle mogli che si prostravano davanti a lui. A fianco dell’ingresso erano di guardia uomini armati di lance. La poligamia era praticata dagli abitanti del sultanato di Rey Bouba e, il sultano, poteva sposare fino a cinquanta donne.
Arrivano i cavalieri
L’arrivo dei cavalieri fu accolto con entusiasmo da tutti gli intervenuti. I cavalli erano bardati con gualdrappe ricamate, vistosamente colorate. Erano le prime che vedevamo in Africa e ci riportarono sorprendentemente indietro nel tempo, al medioevo e ai tornei cavallereschi.
Davanti alla reggia
I cavalieri sostarono in file ordinate a lungo sotto il sole cocente, immobili davanti alla reggia per rendere omaggio e lodare il loro signore.
Arrivano i cavalieri con maglie di ferro
Ad accentuare l’illusione di un lontano medioevo giunto fino a noi in questo remoto angolo di mondo, ecco apparire i cavalieri coperti di maglie di ferro, a potenziare la gerarchia militare del piccolo esercito.
Gli arcieri
Gli arcieri del composito esercito del sultano, coperti da pesanti pelli di leopardo, sostano all’ombra, in attesa di partecipare alla sfilata.
I musici
Tra l’assordante e continuo suono dei tamburi e delle chitarre dalle forme particolari, la parata militare ebbe inizio. Gli strumenti richiamarono l’attenzione degli abitanti di Rey Bouba e fecero accorrere anche coloro che abitavano villaggi lontani.
I “griot”, i cantastorie
Non potevano mancare , i griot, i cantastorie che a gran voce declamarono la potenza, la generosità e le innumerevoli altre virtù del loro signore.
La fanteria
I soldati, la fanteria del sultano, sfilarono in gruppi ordinati portando i grandi scudi costruiti con pelli di bufalo, ma anche di elefante, impenetrabili alle lance.
Preparazione alla contesa
Come avveniva nelle battaglie del passato, i soldati si disposero in file fronteggiandosi in attesa del segnale d’inizio dello scontro che, anche se simulato, aveva creato tensione in tutti i presenti e anche in noi che ci trovavamo tra la folla.
Come in passato
Al rullio dei tamburi e agli squillanti incitamenti delle trombe la contesa ebbe inizio e continuò fino alle ultime ore del giorno. Anche se si trattò di una sfida inscenata, l’agitarsi di uomini e cavalli non mancò di stupirci. Si erano rinnovate davanti a noi le immagini di quelle lontane battaglie che permisero al sultano Ndjidda Bouba di estendere le sue conquiste su un territorio più vasto dell’attuale Belgio.
I doni del sultano
Al termine della lunga giornata, le mogli del sultano portarono grandi recipienti pieni di focacce di riso, di arachidi e di miele che furono offerte ai presenti, evidente dimostrazione della generosità di Bouba Ahmadou Baba.
Presso il Museo Castiglioni è possibile scoprire straordinari reperti etnologici ed archeologici.
Tutte le immagini fotografiche, i disegni e i testi di questo articolo sono di proprietà esclusiva dei fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni. Qualsiasi riproduzione, anche se parziale, è vietata. Per ricevere autorizzazione all’utilizzo si prega di contattare il Museo Castiglioni.
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